Il Piacere del Tabacco da Fiuto

P O E S I A, Non necessariamente sui tabacchi

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^sattolo^
view post Posted on 30/7/2010, 19:24




288.
LE STOPPIE BRUCIATE-I


L'odore delle stoppie bruciate
mi fà impazzire!
Incensi indici e cingallesi,
le spezie ed il fieno greco,
il belsuino che prufuma
dalla pippa del narghilè...
Le stoppie bruciate mi fanno impazzire!

Rievocazione sconsolata,
ed un pò irata,
di tempi,
e luoghi lontani.
''Perchè non vivo più,
a contatto con la terra,
con la terra in festa,
la festa degli odori''.

Il mio lavoro,
è comunque ancora benedetto!
Se ogni tanto posso nasare
arderecce paglie e scope,
vedere le fronde sugli alberi
ed il vento sentire entrare,
non posso non pensare,
non posso non poetare.

( Maggio 2000 )


289.
LE STOPPIE BRUCIATE-II


C'erano bambini,
vestiti di poco,
le case umili,
e c'ero io,
bambino.

Eravamo girovaghi,
non siamo più,
è finito tutto,
il vecchierello è quasi morto,
ho più di trent'anni.

Vicino,
in mezzo ai nostri carri,
ai carrozzoni,
contadini inurbati,
là vicino bruciano stoppie secche.

Ora risento l'odore,
lontano,
ma non vedo nulla,
che mi rimembri quei posti,
quei luoghi;
la moglie del vecchierello,
dal riso sarcastico,
silvano,
la vitalità immane,
del popolo latino,
ma senza retorica,
il cielo coperto,
e l'odore che sento,
(ancora persiste!),
è solamente un ricordo,
ma qui,
oggi nulla mi esalta...

Dove sono i volti semplici,
della mia gente;
''colleghi'',
termine odioso;
la mia gente,
dico...
...Non c'è quasi più...
E non tacciatemi di razzismo,
gli altri erano la minoranza:
pittoreschi anche loro,
vitali e semplici,
oggi sono come noi,
glaciali e perciò,
innaturali...
Poesia,
non abbandonarmi mai,
solo tu resti,
solo tu m'aiuti,
a non perdere,
definitivamente,
le mie radici,
che erano radici
incredibilmente terragne...

Da tanti anni ormai,
non sento più,
l'odore dell'olio
in borghi di provincia,
del vinoso nelle cantine
e nelle osterie,
di anziani fumatori di
tabacchi nazionali forti...

Il profumo delle stoppie brucianti,
si è dissolto,
vedo solo la realtà uniforme,
la piatta modernità urbana senza olezzi,
se non rumori,tristi,
di automobili e
televisori...
Ho una strana voglia...
...di piangere...

( Maggio 2000 )


Amici di Tabacco da Fiuto, se proprio non avete di meglio da
fare in questo scorcio piovoso d'estate, sciroppatevi queste
mie tre poesie, di cui questa è decisamente la piu'
inquietante.
Ne postero' altre, statene certi, per la delizia dei
professori di Letteratura e dei muezzin della
Grammatica :D .

342.
L'ANACONDA VERDE


Filava fra le bassure della foresta
l'anaconda verde dal dorso di vetro,
c'era un uomo sulle rive del fiume
stritolagli l'anima,nulla resta.

C'era un Cristo con tre occhi,
ed una spada di pane raffermo,
aveva capelli lunghi ma neri
dodici piccoli smeraldi sulla fronte.

Lo seguivano cento ragazzine
nude,dalle mostosine precoci
ed anche senza vesti erano pie
poichè senza peccato era quel luogo.

Al centro c'ero io,sopra una palma
mangiavo datteri e cocco
ma non ero il Re,
nessuno mi odiava.

E nessuno si dava,
non valevo nulla,
ed avevo però molti amici:
i miei tanti stati d'animo antichi.

Sarà festa per sette anni,
e scanneremo un aquila ogni
sette giorni per sette mesi
e per sette settimane canteremo.

Un bimbo dallo sguardo ferito,
dal volto immacolato,
dalla voce india,
mi guardò severissimo: stigmate alle sue mani.

Mi vergognai d'esser chi sono,
ma lì io non ero io,
'Jerusalem,Jerusalem'' cantavano
tanti ragazzi vicino a meh.

D'improvviso,un vecchio calvo,
si sveglia irato,
gridando frasi sconnesse in giudaico,
forse sefardita,certo furioso.

Mio zio Shalakmaròn,
per un eccesso di vizi crepò,
pelle scura,denti mancanti,
sorte peggiore non potè meritare.

Strillò incessantemente,
per sei giorni fangosi,
alla fine l'anaconda verde
gli morse il pollice destro.

Prima di tornare
tornare nella tomba
decretò la fine del tempo.
Del primo tempo di Pisa-Foggia.

( Settembre 2000 )



 
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illusionista MT
view post Posted on 31/7/2010, 11:41




Sono stupende! hai mai pensato di fare un libretto con le tue poesie e pubblicarlo?
comunque hai ragione, l'odore delle stoppie brucianti è davvero inebriante. Io abito a matera, e appena ci si allontana anche solo di qualche centinaio di metri dalla città l'dore delle stoppie bruciate lo si sente subito essendo circondata da campagne che si estendono fino all'orizzonte, e poi questo è anche un po il periodo della bruciatura.
se non ho capito male, anche tu quand'eri un giovanotto avevi occasione di sentire questi odori, quindi abitavi in qualche zona di campagna giusto? sarei felice di ascoltarti :)
 
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^sattolo^
view post Posted on 15/8/2010, 17:00




rispondo con imperdonabile ritatdo, Illu caro...
L'odore delle stoppie arse era tipico in certi periodi
nei paesi dove andavo con le nostre giostre.
Non sento piu' pero' ad esempio, come da bambino,
primi anni 70, l'odore dell'olio e del vino appena fatti,
in particolare a casoli di chieti paesino su un cocuzzolo
un po come la bella matera...
ci tornammo nell '85 ma in 10 anni moltissimo era cambiato.
Pensa, da bambino scendevano ancora le donne dalle campagne
limitrofe con le ceste in testa cariche di mercanzie,
e lungo la strada principale dove mettevamo i nostri
carri e carrozzoni, c'erano ancora (primi di ottobre),
le coperte per terra con sopra il granoturco a seccare
sotto il dolce sole di ottobre, da certe casipole
vicine appunto si sentiva l'odore dell'olio, e del vino.
Non posso non ricordare un mio povero zio che abitava
nelle campagne di Roseto degli Abruzzi, aveva terreni
e bestie, e a casa sua, davanti al televisore bianco
e nero, fumava beato le Nazionali Semplici, e quell'odore
meraviglioso, lo ritrovo in quelle oramai estremamente
rare occasioni in cui qualcuno fuma una cicca senza
filtro.
Se la fumo io l'odore non è lo stesso...
Ripeto anche qui: il tabacco da naso, essendo la
forma piu' arcaica d'assunzione, ci lega a doppio
filo ad un lontanissimo passato dove si
viveva a velocità enormemente piu' basse
di oggi, e con meno aspirazioni sciocche...
 
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SattoloSnuff
view post Posted on 19/12/2010, 17:56




V I E N N A


Credevo di essere giunto
alla fine della vita.
Battaglie,donne e sputi:
a sazietà,
e soldi spesi.
Mi ritrovai a Vienna,
in primavera inoltrata,
a sognare.
Strade larghe,
palazzi bianchi,
la capitale,
d'un regno stupendo.

Ero giunto alla fine
della vita,
e ne assaporavo il gusto
romantico in una Sacher
al proibito aroma di caffè.

Tornando a casa,
vidi le facce conosciute,
livide e maligne:
la mia vita mi disse:
''-Tu vivi!''.

( Da '12 Poesie' del Novembre 2000)
 
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bering
view post Posted on 19/12/2010, 18:43




Belle sattolo lo dico senza retorica, belle poichè evocative, belle poichè tante volte non trovo altri aggettivi per descrivere come tu fai scorci e sguardi che si son persi.
Per fortuna restano le parole, musica che può descrivere, e riportare al cuore la nostalgia che anch'io provo per un mondo che non c'è più, per luoghi che ora non son più abitati. La modernità , parola fredda, piatta, ha sepolto tutto, e qualche volta un odore riporta alla menta la vita.
 
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SattoloSnuff
view post Posted on 19/12/2010, 21:52




Che sia vero il detto 'La vita, chi la vive, chi la scrive'...
E chi la nasa, sarebbe il caso... :)
 
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view post Posted on 3/12/2017, 11:29
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Dragone dello Schmalzer

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ASK. SUL SOFA' DELLA VITA

SUL SOFA' DELLA VITA

Era, un mal fiume...
Ma ora, al momento, una nube
passeggera, scurisce tutt'attorno
che subito, di repente, il sole
caldo rispunta.
Nuvole di primavera, ma fà ancora
freddo, la guerra delle sensazioni
non è ancora vinta.
Ci sei tu nella mia mente, eterna
eternamente lontana, giovane
affascinante, avvenente, non
c'è niente.
Tu perpetui con telefonate
acerbe e fastidiose la tua amicizia,
fiore che non colsi, eppure sembri
sempre sincera, mentre naso
del tabacco alla menta.

Pelle di serpente, ridi contenta
davanti ad un piatto di cibo caldo
fumante, ti basta poco per essere
al settimo cielo, e mangi a quattro
palmenti, i giri di tavolino fatti in
passato, ti colmano d'angoscia
ma oramai superi il quintale,
sei ricca e soddisfatta, io mi annoio
a seguirti, sei troppo dolce, come
i bignè che ami pappare in gran
copia, la domenica a pranzo.

Ti porto, comunque, nel cuore,
ed a letto, la notte, riesco ad
avere, ancora erezioni, blande,
morbide, ma sempre risolventi,
tu ti accontenti, e ti addormenti.
Resto scontento, musone, io
invece, che desideravo una donna
mordace, violenta nell'amplesso
capace, di provocare sussulti
inconsulti, femmina vera e non
silente, però ho scoperto che
sei asciutta per non mortificarmi
se non hai più il tuo cannone
dei vent'anni.

Fermi e composti,
su sofà della Vita,
passano gli anni
senza note acute
il suono morbido
del blues notturno
ti ha convinta, lo
ascolti adesso
anche tu.


( Camillo Catellani; 13 Febbraio 2016 Mattina )
 
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