Nevicata
E infine una scemenza metereologica cominciò a scendere dal cielo
Ma il candore in discesa divenne presto una zuppa sporca e grigia
Che rese ancor più livida la mattina della città e i suoi marciapiedi
Il mio basco era un tetto troppo piccolo
Per proteggere le mie spalle ed il mio petto
E le punte dei miei scarponi anfibi
Spuntavano da sotto grossolane e arrotondate
Avrei cercato conforto un po’ più tardi
Lavandomi le mani in acqua calda
Le luci di Natale su certi balconi
Li trasformavano in una disco anni ‘80
Facendo scopa con gli occhi luminosi
Dei bambini troppo presi dai fiocchi vorticosi
Mentre il mio umore faceva scopa
Con il grigio di strade e marciapiedi
Avrei cercato conforto un po’ più tardi
Lavandomi le mani in acqua calda
Eppure l’aria sentiva di pulito e di polvere da sparo
La mia macchina termo-balistica funzionava bene
Anche nella neve dimostrando ancora una volta che
Esiste un’estetica e un’eleganza dentro l’efficienza
Nella perfezione meccanica essenziale made in Austria -
Non era così, per le valvole balcaniche del motore
Del mio elettrodomestico per la mobilità privata
Che sbuffavano, rimbrottando contro il freddo
Avrei cercato conforto un po’ più tardi
Lavandomi le mani in acqua calda
Pensavo anche all’eleganza delle frese
Che, su al mio paese, tagliano dei solchi
Perfetti nel candore della neve, ancora meglio
Di quanto possa fare il più bravo badilante
Esiste un’estetica e un’eleganza dentro l’efficienza
Ma i fiocchi di neve sono tutti difformi
Nella loro uniformità solo apparente
Uniforme rimane solo il freddo
Che rimane sulle mani e dentro al collo
Avrei cercato conforto un po’ più tardi
Lavandomi le mani in acqua calda
Osservavo interessato gli alti stivali delle donne
Per strada che disegnavano armoniche ed eleganti
Le linee dei contorni dei polpacci e le caviglie
Che continuavano le linee delle gambe disegnate dai collant
Geometrie armoniose e tondeggianti
Possibili ahimè solo col freddo – le curve superiori
Inesorabilmente cancellate dai piumini e dalle sciarpe
Avrei cercato conforto un po’ più tardi
Lavandomi le mani in acqua calda
Poi entrò nelle mie narici il fresco calore confortante
Di polvere rustica di tabacco e di mentolo,
Con l’olio di Colombia che riscaldò finalmente in miei pensieri
Come il sole che – tornato – cercava di scaldare tutto il resto
Ma esso restava basso e stentoreo all’orizzonte
Ma ormai l’aria sentiva di pulito anche se - presto o tardi -
Il cielo sarebbe tornato grigio e avrebbe ricominciato a nevicare
(Dicembre 2017)